Jean-François Millet, nato il 4 ottobre 1814 a Gréville-Hague, in Normandia, è una figura centrale del realismo pittorico, celebre per le sue rappresentazioni autentiche del mondo contadino. I suoi primi passi artistici avvengono a Cherbourg, dove studia con Lucien Théophile Langlois de Chèvreville. Una borsa di studio comunale gli permette nel 1837 di entrare all’École des Beaux-Arts di Parigi, dove si forma nell’atelier di Paul Delaroche.
Il percorso artistico di Millet è segnato da difficoltà e perseveranza. Dopo un primo rifiuto al Salon di Parigi nel 1839, riesce a esporre già l’anno successivo. Vive tra Parigi e Cherbourg, dedicandosi a ritratti, autoritratti e scene mitologiche. Nel 1849 si trasferisce a Barbizon, dove si unisce al gruppo dei pittori paesaggisti come Constant Troyon e Théodore Rousseau, immergendo la sua opera nella realtà agricola.
L’eredità di Millet si consolida nel 1867 con la nomina a Cavaliere della Legione d’Onore. Le sue opere, cariche di umanità e verismo, gli procurano una fama internazionale. Dopo anni di dedizione, muore a Barbizon il 20 gennaio 1875, lasciando un’eredità artistica che continua a influenzare e ispirare.